Analisi musicale di un capolavoro

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Fin qua, tutto ciò che riguarda Oltre è stato trattato nei caratteri generali, senza mai entrare nel dettaglio di alcuna canzone in particolare. Ora, però, è arrivato il momento di approfondire la questione. Nelle pagine a seguire, le venti canzoni dell’album saranno analizzate una per una, con l’intenzione di ricavarne non solo un’interpretazione, ma soprattutto di svelare le strategie comunicative di ogni singola canzone. Lo spirito sarà come quello di un bambino che apre un giocattolo per scoprire cosa c’è dentro. Le canzoni verranno “smontate”, fatte a pezzettini, per curiosare tra i meccanismi e scoprire il mistero degli ingranaggi in grado di trasmettere le emozioni. Si metterà a nudo l’alchimia della fusione tra musica e parole, e dopo aver spiato nell’ingegno delle canzoni si cercherà – possibilmente – di mettere nuovamente le cose a posto, ricostruendo il senso dei brani.

Per fare ciò sarà necessario sintetizzare le cose al massimo, e per questo motivo ogni analisi farà riferimento ad uno schema che mostra in modo visivamente immediato le varie sezioni di cui è composta ogni canzone. Si tratta di una sorta di “griglia”[1] in cui ogni quadratino corrisponde ad una battuta musicale, e ogni fila di caselle corrisponde ad una frase melodica. Alla sinistra dello schema sono indicate le varie sezioni di cui è composta la canzone, che per comodità sono state chiamate con delle lettere (A, B, C, e così via). Quando si presenta una sezione con la stessa identica melodia, viene usata la stessa lettera, mentre se c’è solo qualche variazione melodica si usa la stessa lettera con un apice (AI, BI, CI…) o con più apici nel caso di ulteriori variazioni. Ogni volta che la melodia cambia (come nel passaggio da una strofa ad un ritornello, ad esempio) viene usata una nuova lettera. Nella parte sinistra dello schema, inoltre, ci sono anche le tonalità per ogni sezione musicale, che vengono segnalate ogni volta che cambiano (dunque in mancanza di riferimenti vale l’ultima tonalità indicata). Maggiori dettagli relativi all’armonia si trovano all’interno dei quadratini, che contengono i gradi armonici riferiti alla tonalità in uso in quel momento. Nell’ambito di una tonalità principale possono capitare dei momenti in cui s’innestano delle tonalità di passaggio, e in quel caso sotto i gradi armonici è riportata tra parentesi la tonalità di riferimento. Le indicazioni armoniche sono scritte solo una volta per ogni sezione, dunque significa che alla ripetizione della stessa sezione la struttura armonica sarà la stessa, a meno che non ci siano delle differenze, nel qual caso saranno indicate solo in corrispondenza delle battute differenti.

Questa descrizione dello schema di ogni canzone può sembrare un po’ complicata, ma per fortuna gli schemi delle canzoni sono più semplici di quanto non siano da spiegare, e il lettore ne capirà facilmente il funzionamento una volta che si addentrerà nelle analisi. L’intuitività del sistema è favorita anche da alcuni rimandi ai testi delle canzoni che sono riportati alla destra di ogni schema. In corrispondenza di ogni sezione c’è infatti il primo verso relativo, che dà un riferimento preciso e facilita il riconoscimento di ogni parte analizzata. Iniziamo, dunque.

 


[1] Ci si rifà qui alle griglie già usate da Gianfranco Salvatore in un bel libro su Lucio Battisti. Cfr. Salvatore Gianfranco, Mogol-Battisti. L’alchimia del verso cantato, Roma, Castelvecchi 1997.

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