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Il titolo di questa canzone può trarre in inganno: non si tratta esattamente di una canzone sulle donne, quanto piuttosto di una canzone sul modo in cui gli uomini interagiscono con l’universo femminile. Sarà forse per questo che il tono generale è molto brioso, un po’ rocambolesco com’è a volte il tentativo degli uomini di comprendere le donne.
Intro : L’introduzione, in Mi♭ minore, presenta subito un coretto che tra pon pon e can can fa già intendere il carattere scoppiettante che il brano assumerà, semplicemente usando la sonorità di queste parole.
A – AI : La strofa (A), che passa al modo maggiore, può essere divisa in due parti (A1 e A2), e anche la sua ripetizione (AI) presenta questa ripartizione. In A1, ovvero all’inizio della canzone vera e propria, c’è il ricordo (“Io ne ho avuta…”) di una ragazza che combinava un mucchio di guai: si tratta, ovviamente, di un uomo che parla di una sua ex, ed è facile immaginare che stia parlando ad altri uomini, in quella che può essere una tipica discussione un po’ colorita tra persone dello stesso sesso. Da notare, in questo punto, il contrasto stravagante fra il testo che parla di questa ragazza che piangeva alle feste, e il coro che in quel preciso momento canta spensieratamente “Brasil la la la la la la la la”. In effetti, il coro ha una funzione importante in tutto il brano nel creare vivacità. La seconda parte della strofa (A2), invece, è un commento distaccato sugli uomini, che vengono osservati da un punto di vista esteriore al loro chiacchiericcio, e vengono paragonati a marinai (lì dove le donne sono oceani). Questo distacco è evidenziato anche musicalmente, con un passaggio dalla tonalità di Mi♭ maggiore a quella di Si♭ maggiore, che dopo appena due battute cambia nuovamente in Sol minore. La ripetizione della strofa (AI) si ripresenta con la stessa suddivisione interna: AI1 e AI2. Anche qui, all’inizio c’è un altro uomo che racconta di un’altra sua esperienza, relativa al primo bacio: “Io con una…”, e poi c’è ancora il gruppo di uomini visto da una prospettiva esterna, a cui tocca stavolta il paragone con cowboys che sparano cazzate. Anche qui si ripete lo stesso cambio di tonalità.
B – BI : Il ritornello ritorna in Mi♭ maggiore e torna a parlare di donne, ma questa volta non attraverso il ricordo di qualche uomo, perché ora è tutto più generico: quasi come se questo ritornello fosse un tentativo di riepilogare le varie esperienza per giungere ad una sintesi che possa descrivere e comprendere le donne. Ma fra le tante cose che possono essere, le donne sembrano sfuggire a qualsiasi tentativo razionale di definizione, essendo tutto e il contrario di tutto.
AI – B – BII : Strofa e ritornello si ripetono senza grosse differenze di significato: c’è nuovamente un uomo che racconta (“Io di un’altra”) una delle sue avventure, a cui fa seguito l’immagine degli uomini come naufraghi, stavolta. In tutto questo, non bisogna dimenticarsi del coro, che nelle strofe è sempre lì, sornione, a sottolineare i momenti più pruriginosi con commenti brevi e maliziosi, che fanno volentieri leva su giochi di parole come “Cellophan / lucido e teso” (con la parola Cellophan da sillabare, considerandola per come si legge: ce-lo-fan…). Riguardo al ritornello, in BII si può notare che qui viene esplicitato ciò che era già chiaro, e cioè l’impossibilità di capire: “uomo tu non potrai mai sapermi”.
C – CI – CII – Coda : Il ponte, sempre in tonalità di Mi♭ maggiore, sembra riportare ordine nel caos, proponendo un’immagine di leggiadria attraverso la grazia delle pattinatrici, che un giorno si sposeranno. Questa parte si collega alla successiva per mezzo di due battute di coda aggiunte dopo CII.
D : A questo punto ricompare il breve motivo cantato dal coro nell’introduzione, e si torna in Mi♭ minore.
BIII : In quest’ultimo ritornello, rinunciando ormai alla possibilità di poter comprendere il mistero femminile, agli uomini non rimane che far comunella tra di loro e non pensarci più.
Coda : La canzone si conclude con il coro che ora prende il sopravvento, scandendo ritmicamente una serie di parole che hanno senso solo per la bellezza sonora. Inutile cercare di capire. Come con le donne.
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- Prefazione di Roberta Massaro (ClaudioBaglioni.net)
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