Noi no

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Il secondo disco si apre con questa canzone che ha un carattere di canto collettivo, che diventa particolarmente evidente nel contesto del concerto.

Intro : L’attacco del brano, in Sol minore, è molto deciso pur se affidato esclusivamente ad accordi di tastiera, ed anticipa musicalmente quello che sarà il ritornello. Le sincopi presenti sin da ora caratterizzeranno ritmicamente tutto il brano, che si basa prepotentemente sull’effetto di movimento dato appunto dalle sincopi.

A – AI : La strofa, che passa alla tonalità di Si♭ maggiore, comincia delineando immediatamente il contesto temporale con quel “Come sarà…” che proietta immediatamente l’ascoltatore verso un immaginario futuro. Questa proiezione temporale in avanti rimarrà costante per quasi tutto il brano, con una sola eccezione di cui ci si occuperà più avanti. Intanto, questo immaginare un giorno futuro in cui andare incontro alla realtà presenta un elemento di follia: non è un caso che il primo verso di ognuna delle due strofe contenga rispettivamente prima la parola “prendere”, e poi “stringere”, perché qui si vuole marcare l’accento sul fatto che ci si vuole impossessare del proprio futuro quasi fisicamente, proprio con le mani (“come sarà / le mani stringere”), in modo energico e non comune. Questa energia è comunicata all’ascoltatore attraverso elementi naturali come il vento (“farsi travolgere / da un vento di follia”), l’aria (“con tutta l’energia / che l’aria ci darà”) e le onde (“le onde a fendere / sassi schizzati via”). Nella melodia, l’energia è espressa attraverso le sincopi di cui si diceva prima, che oltretutto con il loro effetto di movimento rappresentano bene anche le onde e l’aria.

B : La canzone continua mantenendo il tempo al futuro: “Avremo ancora braccia / come ali libere”, e anche ora c’è un riferimento alla fisicità, alle braccia che però sono come ali libere, a simboleggiare un futuro che vuole spiccare il volo.

C : Il ritornello ora vuole richiamare prepotentemente l’attenzione dell’ascoltatore. Sembra addirittura che alla fine della sezione precedente l’intero arrangiamento subisca un arresto di due battute proprio per creare l’effetto di tensione e di attesa prima di “sparare” il ritornello. Quando questo arriva, l’ascoltatore ne è totalmente coinvolto. Ciò avviene sia perché c’è un esplicito riferimento a “Noi” (che include naturalmente anche l’ascoltatore), sia perché quel noi viene poi immediatamente ripetuto, oltretutto sulla stessa nota, con l’intenzione evidentissima di far partecipe chi ascolta. Come se ciò non bastasse, l’intero verso “Noi noi no” viene ripetuto per altre tre volte a formare una prima parte (C1) che si ripeterà quasi uguale (C2) subito dopo, con la differenza che in questa ripetizione compare anche un misterioso “noi mai più rubati” di cui per ora non si riesce a capire bene il senso (sarà più chiaro verso la fine del brano). Quello che conta, per ora, è che questo ritornello, con la continua ripetizione di “Noi noi no”, vuole stabilire una relazione molto stretta con l’ascoltatore, e appare evidente che si propone come un inno collettivo.

AI – BI – Coda – CI : La ripetizione della strofa avviene con l’ingresso della batteria, che aggiunge vigore, mentre il testo continua a guardare al futuro, chiedendosi “Come sarà / spaccare il mondo in due…”. Ritorna dunque l’idea di un futuro a cui guardare con sicurezza, e da affrontare energicamente. La ripetizione di B (nella forma variata di BI), invece, proietta il futuro nelle speranze riversate sui figli, e va a sfociare in una breve coda che ripone le speranze “di più giù in fondo là / più su più in alto / ancora oltre”. La parola oltre, qui, sembra avere un significato esattamente coincidente con quello del titolo dell’intero album, e porta subito al ritornello CI, che si ripete uguale tranne che nel finale, che sfocia in una nuova sezione musicale.

D : Ora, dalla tonalità di Si♭ maggiore si passa a quella di Mi♭ maggiore, e questo cambio di tonalità sottolinea un cambiamento importante a livello del testo. Mentre fino a questo momento tutto il brano aveva sempre guardato al futuro, in questo punto viene svelato qualcosa di importante riguardante il passato del soggetto collettivo noi a cui ci si è sempre riferito. Si scopre così che quel noi è un “noi che mai / finimmo di aspettare”. Cioè: noi che abbiamo sempre aspettato. A cui si aggiunge: “Provando a vivere”. Insomma, questo noi collettivo sembra essere un soggetto che si è un po’ scocciato di aspettare, provando a vivere, e che ora si ribella dicendo: “E non vogliamo andare / in paradiso se / lì non si vede il mare”. Ora si capisce meglio il significato di quel noi no così ribelle: il no è rivolto ad una vita in cui tutto sembra essere già predefinito, in cui basta aspettare il proprio turno, il tutto senza alcuno spazio per l’individualità. E se dal paradiso di una vita tranquilla non si può nemmeno vedere il mare (metafora del sogno, e della fantasia), tanto vale non andarci.

CII : La triplice ripetizione finale del ritornello acquista dunque un nuovo senso, alla luce di quanto appena scoperto, e il verso finale della canzone renderà ancora più chiara ogni cosa. Tutte e tre le ripetizioni hanno una particolarità, dal punto di vista armonico: c’è una continua alternanza tra tonalità diverse, nonché un doppio significato di alcuni accordi, che possono essere interpretati come gradi diversi di tonalità differenti[1]. Alla seconda ripetizione del ritornello c’è una modulazione che sposta l’ambito melodico verso l’acuto.

Coda: Nelle ultime tre battute l’arrangiamento si blocca, lasciando solo la tastiera a replicare la melodia della voce, che canta: “Noi sogni di poeti”. Ora si capisce anche a cosa si riferisce il verso “noi mai più rubati” del ritornello. Ai sogni rubati.

 


[1] Si rimanda allo schema della canzone per maggiori dettagli. Osserviamo come CII2 apra con un accordo di Do minore che può essere considerato come sesto grado di Mi♭ maggiore, ma allo stesso tempo anche come primo grado di Do minore, assumendo dunque un doppio significato. Le otto battute di CII2, infatti, alternano le tonalità di Mi♭ maggiore e Do minore usando l’ambiguità dell’accordo di Do minore come elemento di unione tra le due tonalità. La stessa cosa accade in CIII2 e in CIV2, con l’unica differenza che qui tutto è spostato di un tono sopra: le tonalità che si alternano sono quelle di Fa maggiore e Re minore, con l’accordo di Re minore col doppio significato (sesto grado di Fa maggiore, e primo di Re minore).

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